Analisi storica
“Portrait
of a Killer” non è un romanzo, né un saggio, ma la ricostruzione storica di una
delle figure più leggendarie del Diciannovesimo
secolo. Patricia Cornwell sviluppa in maniera poco
convenzionale il suo libro, infatti di pagina in pagina,
all’analisi dell’artista si alternano momenti della storia di Londra, dettagli
di vita interessanti e sorprendenti, che ricostruiscono la società vittoriana
ed europea di fine secolo stravolta dalla Seconda rivoluzione industriale.
Infatti tra il 1870 e il 1914 l’economia
europea si trasforma, passa dallo “stadio
del cavallo”, a quello della ferrovia, dell’automobile, dell’aereo.
La seconda rivoluzione industriale
rafforzò il carattere capitalistico della società, che prese una piega fortemente tecnologica e scientifica. Questo periodo infatti fu denominato l’età
dell’elettricità, dell’acciaio e della chimica.
La chimica è forse la più
multiforme delle industrie. I suoi campi di applicazione
sono i più vari: grazie a complessi procedimenti si producono il vetro, la
carta, il cemento, la gomma, la ceramica.
Per quanto riguarda
la siderurgia, grazie al metodo di fusione di Gilchrist
Thomas (1876) vennero utilizzati minerali meno
pregiati e più convenienti, per questo la produttività degli impianti nell’arco
di vent’anni (1870-1890) aumentò di quattro volte.
Poi, grazie ai procedimenti di depurazione del cromo e alla scoperta dei
giacimenti di nichel, si riuscirono a produrre a prezzi accettabili le leghe.
L’acciaio si diffuse enormemente grazie al contributo dell’inglese Henry Bessme. Egli inventò il convertitore separato il quale
riciclava i gas originati dalla combustione e li utilizzava per alimentare il
forno. Con ciò permise la realizzazione di locomotive,
imbarcazioni, caldaie. L’acciaio si sostituì al ferro, materiale continuamente soggetto
ad usura.
L’elettricità diventò il simbolo
del progresso. La sua importanza sta nella combinazione unica di due caratteristiche:
trasmissibilità e flessibilità. Con il primo termine si intende
la capacità di spostare energia attraverso lo spazio senza dispersione
notevole; con il secondo si intende la convertibilità, facile ed efficiente, in
altre forme di energia: calore, luce e movimento. Il motore elettrico a questo punto diventa lo strumento principale per
trasformare l’energia elettrica in energia meccanica.
In linea di principio possiamo
pensare che un motore elettrico sia costituito da una spira rigida a forma di
rettangolo immersa in un campo magnetico e vincolata a ruotare intorno a un asse perpendicolare alle linee di campo. Immettendo una corrente continua
nella spira, essa subisce delle forze da parte del campo magnetico che la fanno
ruotare su se stessa. Supponiamo che la spira, di lati l e w
si trovino inizialmente su un piano parallelo alle linee del campo
Il campo magnetico B esercita su ciascun lato di
lunghezza l una forza
F= Bil
Dove i
è la corrente che attraversa la spira. Le due forze, che hanno la stessa
direzione e versi opposti danno luogo ad una coppia che costringe la spira a
ruotare in senso orario. Il movimento continua fino a quando il piano
della spira diventa perpendicolare al campo magnetico. In questa posizione le
due forze sono sulla stessa retta d’azione e tendono a deformare la spira senza
farla ruotare.
Tuttavia la spira non si ferma di
colpo, ma prosegue la rotazione per inerzia e oltrepassa di poco la posizione
orizzontale.
Si riforma così la coppia di forze
che tende però a riportare indietro la spira, invertendo il senso della
rotazione. A causa degli attriti dopo alcune oscillazioni di ampiezza
sempre più piccola, la spira si ferma nel piano perpendicolare alle linee di
campo.
Per fare in modo che la spira no
si arresti ma continui a rotare, occorre invertire il senso della corrente non
appena la spira oltrepassa la posizione di equilibrio.
In questo modo le forze cambiano
verso e la coppia continua a favorire la rotazione in senso orario. Il sistema
di contatti striscianti tra un commutatore che ruota con la spira e due
spazzole fisse collegate con il generatore fa sì che
ogni mezzo giro il senso della corrente si inverta.
In questo modo la corrente circola
sempre in un verso tale da generare una coppia di forze che mantiene in
rotazione la spira. I motori elettrici reali non hanno una sola spira, ma
diverse bobine ciascuna delle quali è costituita da numerose spire.
All’interno delle fabbriche, le
cui dimensioni erano destinate a crescere grazie al
capitalismo monopolistico, furono realizzate le tecniche di organizzazione e di
sfruttamento del lavoro, mediante la regolamentazione del sistema produttivo e
la ripartizione di una serie di compiti operativi. Il sistema fu messo a punto dall’americano Frederik
W. Taylor (da cui Taylorismo) che avvio la produzione
“a catena”. La razionalizzazione del lavoro aveva il compito di accelerare il ritmi lavorativi. Il sistema venne
attuato pienamente nell’industria automobilistica da Henry Ford.
Nelle città si afferma così la
nuova civiltà delle macchine, dalla quale si irradiavano
i nuovi miti del progresso, della prosperità, della felicità materiale:
traguardi, questi, che parevano raggiungibili a un vasto numero di persone. La
seduzione del comfort, accessibile a tutti, dispiegava i suoi benefici agli
occhi di milioni di consumatori.
Sono gli anni della
cosiddetta Belle époque, il
periodo in cui l’Europa vive una certa stabilità, ma con una pace armata. Infatti i contrasti tra inglesi e tedeschi per il crescente
potere del Reich, tra austriaci e russi per il
dominio sui Balcani, tra francesi e tedeschi per l’Alsazia-Lorena, porteranno nel giro di pochi anni alla Prima Guerra
mondiale.
Parigi, più di altre, fu la
città-vetrina di quel nuovo mondo: divenne la capitale europea del turismo e
dei consumi, degli spettacoli e dell’arte, della cultura e della scienza. Per
questo fu la capitale della Belle Époque,
con tutta la variegata gamma di fenomeni di costume sociale (i caffè concerto, le
gare sportive, le corse automobilistiche, i grandi magazzini).
Ogni città fa a gara per
rinnovarsi anche urbanisticamente, seguendo lo stile Liberty o Art Nouveau, e molti degli intellettuali sono ancora
sostenuti dall’ottimismo positivista in un progresso scientifico e in
un’evoluzione tecnologica pressoché illimitati.
Sotto la facciata del benessere
diffuso covano, però, le contraddizioni di una società sempre più profondamente
classista. La maggior parte dei capitali è saldamente concentrata nelle mani di
pochi, mentre la modesta borghesia impiegatizia deve accontentarsi solo delle
briciole dei grandi proventi industriali. La stragrande massa del proletariato,
infine, vive ancora in condizioni estremamente
precarie e disagiate.
Nelle città esistono quartieri
dimenticati, gli SLUMS, abitati da poveri,
prostitute, disadattati che nel libro di Patricia Cornwell vengono
descritti con grande efficacia e sensibilità. Sono i bassifondi devastati dalla
fame, dall’abuso di alcol, dalla violenza, dalle
malattie e dalla depravazione; una città nella città, dove gli abitanti devono
lottare per un posto letto, un pasto decente e il diritto di essere considerate persone.
La morte
era una costante e le condizioni di lavoro in ambienti inquinati aveva un effetto disastroso soprattutto sui bambini,
nonostante le varie leggi che cercavano di tutelare il lavoro minorile.
En France dans la fin du dix-huitième ce le auteur Émile
Zola qui a parlé du peuple dans son cycle : « Les Rougon-Macquart ».
Dans ce cycle Zola a l’intention d’étudier « mathématiquement »
l’évolution d’une tare héréditaire qui frappe les deux branches d’une même
famille, et en cette façon il veut étudier toute la société contemporaine. Il
distingue quatre monde : le
peuple, les commerçants, la bourgeoisie, la haute société ; il y ajoute un
monde a part dans lequel il classe les prêtres, les artistes, les meurtriers,
et les femmes aux mœurs légères.
L’auteur, avec l’Assommoir, a osé faire entrer les
ouvriers dans la littérature. En fait il raconte l’histoire d’une
blanchisseuse. Mais après les critiques, les lecteurs finissent par apprécier
la vigueur et l’impression de vérité qui se dégagent de ce « roman parlé » dans la langue du
peuple, de cette histoire qui met en scène un problème grave dans le Paris du
second Empire : l’alcoolisme.
Dans Germinal le protagoniste Étienne Lantier,
est venu chercher du travail dans les mines du Nord. Il pénètre ainsi dans les
méandres d’un univers infernal où les conditions de vie sont misérables. Il
s’adapte vite à des camarades pauvres, mais bons et honnêtes. Adepte des idées
socialistes, il devient peu à peu une sorte de conscience des mineurs. La
Compagnie voulant diminuer ultérieurement les salaires, une grande grève éclate
et Etienne incite ses compagnons à résister. Trois méthodes de lutte se
confrontent dans le roman : le socialisme de Lantier ;
celle du cabaretier Rasseneur, un ancien mineur qui
voudrait obtenir des améliorations immédiates, et celle de l’anarchiste russe
Souveraine, convaincu qu’il faut terroriser les bourgeois pour construire un
monde nouveau.